E continua così il Governo della cara Presidente del Consiglio Giorgia Meloni tra dimissioni di ministri per intrighi sentimentali e ora l’accesa discussione che si è aperta con la magistratura, dopo che il Tribunale di Roma ha deciso di non convalidare il trattenimento di dodici migranti in Albania. “In ragione dei principi affermati dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea, il Paese di origine dei migranti arrivati in Albania (Bangladesh ed Egitto) non può essere riconosciuto come Paese sicuro” si legge nella sentenza che ha suscitato le ire e le critiche della Premier, del Ministro dei Trasporti Matteo Salvini (già convolto nella diatriba con Open Arms), del Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani e del Ministro della Giustizia Carlo Nordio, i quali affermano che la posizione assunta dai rappresentati della giustizia sia soltanto politica.
In una democrazia seria, si sa, i poteri dell’esecutivo, legislativo e giudiziario dovrebbero essere separati, in base alla nota teoria della separazione dei poteri di Montesquieu. Ed essendo quella italiana una democrazia storicamente giovane preservare un’indipendenza per l’amministrazione degli organi dello stato è stata ancora più necessaria, in virtù del passato fascista, ancora difficile da digerire perché studiato in chiave ideologica e fiabesca.
Il potere giudiziario, esercitato dalla Magistratura, dunque, ha la facoltà di giudicare chi non agisce in conformità alle leggi e tutelare i cittadini che subiscono lesioni dei propri diritti, mentre il potere esecutivo si definisce tale perché ha come fine quello di eseguire le leggi attraverso l’attività della Pubblica Amministrazione. La conflittualità che emerge tra esecutivo e giudiziario dimostra l’assenza di una reale capacità di conoscere i confini delle proprie facoltà, perciò si rischia di esercitare arbitrariamente il potere di cui si dispone nell’ignoranza di cittadini che non conoscono la legge, ma la subiscono, anche se provenienti da paesi terzi e, secondo atti aventi forza di legge, “sicuri”.
Intanto Meloni dichiara da Beirut: “My loneliness is killing me”, dove sembra che tutti siano contro un Governo che si sta solo occupando di soddisfare gli interessi degli italiani (sic!) con così tanta minuzia da aver tagliato le spese alla sanità, all’istruzione e alla giustizia. E continua a tirare su una narrazione faziosa sulle imprese di un esecutivo che non si discosta dai precedenti per inettitudine e inesperienza. Allora si opta per strumentalizzare le vittime di certe dinamiche di potere, le quali si imbarcano per fuggire da paesi dove la repressione e la violenza sono realmente esistenti: informazione da comunicare anche ad alcuni esponenti del PD quando pronunciano la parola “fascismo” in maniera vuota e arbitraria.
Ad ogni modo, in attesa della prossima conferenza stampa, che semmai avverrà, sarà incentrata sul vittimismo alla “hit me, baby, one more time”, si augura alla Presidente di proseguire con scaltrezza il suo lavoro da mediocre politico.