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Immagine del redattoreLaura Cima

Le radici illiberali del governo nel DDL sicurezza

Mentre assistiamo all'aumento di disastri climatici di ogni tipo, la maggioranza e il governo non mirano alla sicurezza dell’Italia ma a soffocare chi mette in discussione il potere e il non-operato di Meloni, ed esprime una opposizione. In qualsiasi modo lo faccia può essere perseguito, come si deduce dal DDL Piantedosi-Nordio-Crosetto, che esprime molto chiaramente come questo governo intende reprimere nel paese chi dimostra disaccordo con le scelte governative. Punire e reprimere chi manifesta una opposizione anche non violenta, sia nelle strade che a scuola, è la soluzione fascista di zittire e cancellare che questo governo vuole impunemente applicare con il DDL sicurezza già approvato alla Camera, se riuscirà ad ottenere la maggioranza anche al Senato. Non si tratta solo di una repressione in più, ma di una strategia politica che usa la repressione come meccanismo principale per controllare la società, rappresentando una svolta pericolosa per la democrazia.

Nella nostra storia repubblicana non ricordo nessun provvedimento di questo stampo, né una cultura autoritaria di questo genere. Quando ero deputata, la Iotti presidente, e Andreotti o il pentapartito governavano nella Prima Repubblica, ma anche nella mia seconda legislatura all’inizio degli anni duemila nessuno è mai arrivato a proporre cose del genere neanche dalle file missine. Piantedosi ha promosso il più pericoloso attacco alla libertà di manifestazione e protesta delle opposizioni e di chi esprime in piazza e in luoghi pubblici contrarietà alle decisioni governative e disobbedisce, anche in forma non violenta. Un provvedimento autoritario e illiberale che trasforma in criminale e nemico chi fa opposizione e si accompagna al provvedimento Valditara sul voto di condotta per cominciare da subito a penalizzare gli studenti che non accettano la disciplina imposta.

 

Riprendo le parole di Luigi Manconi pronunciate a Rai 3 (Il cavallo e la torre, 25 settembre 2024): questo ddl rappresenta una «involuzione gravissima del nostro sistema di garanzia.»

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