Donna madre cristiana, così amava (e ama) definirsi Giorgia. Che poi mi chiedo se conosca la dottrina cattolica sul matrimonio! Ad ogni modo, è per questo trittico che evidentemente si lascia dettare l’agenda politica dai pro-Vita che hanno colonizzato il Ministero della famiglia, soffocando e uccidendo di fatto le pari opportunità nell’ideologica, cattolico estremista, del Dio Patria Famiglia. Si è partiti con i fondi del PNRR per conquistare i consultori e poter convincere (e pagare) le donne affinché non interrompano la gravidanza. Strumentalizzando il senso del diritto all’autodeterminazione delle donne, pervertendolo con un più accattivante, propagandistico e politically correct diritto di non abortire. Un po’ come fanno i politici difensori del vangelo, del crocifisso e del presepe con le politiche migratorie, che per rendere più accettabili le deportazioni in Albania, le giustificano (e si autoassolvono) con l’espressione grottesca del diritto di non migrare.
Poi, per tornare ai pro-Vita, si è giunti, con la manovra di bilancio a proporre un pagamento per le famiglie (anzi la famiglia, quella etero cisgender) affinché siano numerose generando figlie e figlie della Lupa. Nel frattempo, la Gestazione per altri diventa reato universale e i pro-Vita tramite la loro portavoce al ministero, la Roccella, si sono spinti a chiedere ai medici di denunciarne i casi. Altra categoria, quella dei medici, presa di mira, insieme ai magistrati. Dal papa stesso che, come un fondamentalista travestito da agnellino, non solo continua a definire l’interruzione di gravidanza omicidio, ma ora addirittura sicari i medici che lo eseguono. Non so, forse, non basta mettere sotto scorta i giudici dileggiati dalla classe dirigente di destra? Ah, per inciso, anche la Gestazione per altri va definita con una terminologia che giustifichi l’opera di criminalizzazione: utero in affitto.
Per cui era inevitabile che dopo le politiche sulla famiglia e di genere colonizzate e messe al riparo dalla cattiva sinistra e da una presunta ideologia gender, si passasse all’altro ministero, quello chiave per l'egemonia della destra: il Ministero della cultura. Perché la scelta insolita del neoministro Alessandro Giuli di nominare capo gabinetto un uomo unito civilmente con un altro uomo, è "politicamente molto più grave e imbarazzante del caso 'Boccia' che ha costretto alle dimissioni il Ministro Sangiuliano” afferma Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia Onlus. “Siamo di fronte alla deliberata promozione, da parte di un Ministro di centrodestra, di un funzionario espressione di una visione e cultura politica che dovrebbe essere distante anni luce da quella del Governo attuale. Sconcerta pensare che il centrodestra abbia bisogno di pescare la propria classe dirigente nel campo avverso, per di più proprio in ambito culturale, già storicamente colonizzato da ideologhi di sinistra", conclude Brandi. L’Allert è giunta all’ancilla Meloni e così le immediate dimissioni di Spano, anche in seguito all’insulto omofobo ricevuto nella chat di Fratelli d’Italia dove viene definito pederasta. Termine che non sentivamo dai tempi del “vizietto”. Per non dire che risveglia altri peggiori incubi, di tempi più nefasti. Ed ecco che soddisfatti i pro-Vita sperano “che la vicenda sia da monito per il Governo: gli elettori non tollereranno altri cedimenti, specialmente su questioni che coinvolgono nomine, finanziamenti o misure legate al movimento LGBTQ.”
Ma di che cosa stiamo parlando? Chi sono costoro, chi li ha votati? E poi perché le istituzioni dello stato dovrebbero essere colonie di un solo partito, seppur della maggioranza, ma non di tutti gli italiani? Comunque, ho ammirato l’impeto con cui la giornalista di destra Annalisa Terranova in un post ha scritto: “la destra, anziché seguire il bigottismo alla Pillon, si renda finalmente consapevole della posta in gioco altrimenti segua il suggerimento di Veneziani: non è roba per voi, mollate la presa.” Sottoscrivo. E poco più sotto: “La politica di FdI deve essere laica (non laicista) e libera dai diktat dei Provita&famiglia. Prima si chiarisce questo equivoco e meglio è, recuperando la tradizione di una destra non confessionale e che non faceva politica agitando il rosario o il Crocifisso (lo dico da cattolica). L'atteggiamento di avversione verso i gay e in generale verso gli Lgbtq+ lo trovo disgustoso e imbarazzante. Cosa diversa è contrastare l'ideologia Lgbtq+ che nulla ha a che fare con le persone che meritano rispetto. Ma il contrasto non si fa col vannaccismo altrimenti io personalmente e spero molti altri come me non sono disposti a seguire questa deriva.” Ma per quanto la mia ammirazione per questo impeto rivendicativo, senza per questo condividerne tutte le parole, rimane che io questa destra laica ancora non l’ho vista. Vedo solo un’Italia caduta in una notte sempre più nera, dove oramai “i veleni rendono il quadro tossico e chi guarda il quadro si è abbondantemente rotto le scatole.”