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La narrazione multicolore della società italiana

Quando di recente, Michela Murgia si è presentata da papa Francesco, in occasione dell’incontro con una delegazione di artisti provenienti da tutto il mondo, recò con sé in dono il numero di Vanity Fair da lei curato e dedicato al mese del Pride che, come noto, è giugno. «Parla di famiglie – ha detto rivolgendosi al Pontefice – e di armonia in tanti tipi di famiglie.»

"Big rainbow flag being carried" by imjakewilliams is licensed under CC BY-SA 2.0.

Le pagine della rivista, infatti, raccontano la costellazione di realtà familiari, espressioni di affettività, relazionalità e di modi di essere al mondo, di essere queer, fluidi, che arricchiscono la nostra Penisola di un’autentica narrazione multicolore e le offrono un respiro universale o, come mi piace dire, multiversale.


Non mi sorprende che, secondo l’ultima rivelazione Quorum/YouTrend per Sky TG24, un’ampia parte di italian3 (il 57% dell3 intervistat3), composta soprattutto da nuove generazioni, si mostri attenta e interessata ai diritti delle minoranze, e sia consapevole di quanto ci sia bisogno di una migliore salvaguardia legislativa per tutt3 coloro che sono ancora discriminat3.


Altrettanto alta è la percentuale (il 53%) di chi vede positivamente il Pride; mentre il 51% è contraria all’idea di togliere il nome del genitore non biologico dagli atti di nascita dei bambini in caso di coppie di genitori omosessuali. Ma, secondo Gay.it, il risultato inaspettato riguarda la gestazione per altri: «Il 47% si è detto infatti contrario a renderla “reato universale”, come deciso dal governo Meloni, rispetto al 41% di favorevoli. Ben 4 elettori di Fratelli d’Italia su 10 sono contrari alla proposta di legge.»

L'identità della società italiana si mostra quindi ricca accogliente inclusiva funzionale democratica. Sono persuaso che continuando a informare, a formare, a dialogare, a confrontarsi e a narrare, con tutte le risorse di cui disponiamo, i mezzi di comunicazione, riviste, giornali, social, la vita di questa Italia, si riuscirà a colorare di valori anche quelle zone ancora grigie e a rendere partecipe di questa ricchezza persino quella parte di persone che, nei sondaggi, rientra nella schiera dei “non so”.


Non si tratta di fare proselitismi o imporre vagheggiate ideologie dall'alto. Accuse infondate mosse da chi, paradossalmente, sulle ideologie (e teologie) vi si arrocca. Ma di volgere lo sguardo alla realtà, toccare con mano le molteplici esperienze umane e sociali che brulicano e compongono il multiverso italiano europeo e mondiale.


Per questo è necessaria la mediazione di una società politica sana, affrancata da pregiudizi, pronta all’ascolto della coralità di voci dell3 italian3. C'è bisogno di una politica reale, partecipe di queste vite multiformi, delle loro relazioni e famiglie, che non sia daltonica, ma che sappia cogliere i colori che caratterizzano queste vite, queste espressioni, e le loro risorse valoriali, in modo che, con gli strumenti democratici, riesca a creare una vera e propria opera d’arte, quella bellezza che, per usare le parole del papa, «produce armonia.»

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