Non tutta la campagna elettorale per le Europee è stata orribile, come si sostiene. Nel senso che poco si è parlato di Europa e di problemi internazionali, concentrandosi su beghe nostrane e provinciali del Bel Paese. Inoltre la destra al governo ne ha portato avanti una fatta di spot con provvedimenti “marchette” dell’ultima ora (social card, gite in Albania, sanità) e con l'utilizzo di qualsiasi arma istituzionale e televisiva a disposizione.
Ora, a parte essere inefficaci, crudeli e lesive dei diritti umani (ma questo lo lascio alla coscienza di chi li ha votati e li voterà), tali misure avrebbero dovuto essere azioni legislative nel corso dei quasi due anni di questo governo, eletto proprio per attuare - si suppone - il suo programma presentato in vista delle Politiche 2022. Nulla hanno a che fare con le Europee. Ed è un po' squallido, grottesco e al limite del moralmente disgustoso aspettare solo la campagna elettorale per provvedimenti come, per esempio, la riduzione delle liste d'attesa.
“Così fan tutti”, si potrebbe dire, paragrafando un vecchio adagio. Non credo. So che potrei sembrare di parte, ma la campagna di Elly Schlein, segretaria dem, è stata di tutt’altra pasta: lontana da riflettori e show, vicino alla gente, ai piccoli centri, alle piccole città e nelle campagne, come con le primarie, come una sinistra autentica dovrebbe fare, o un leader autentico, che è lo stesso. Poche interviste, ma buone. Senza parolacce, volgarità, senza rispondere alle provocazioni, neppure a quelle della leader rivale (anzi di colei che l'avrebbe scelta come rivale). La quale non ha fatto altro che prendersi "questioni qua e là” (vedi il caso con De Luca), creare nemici, incitare all’odio, parlando di “amore” (sic!) e pseudo femminismo, e usando il suo potere istituzionale e gli spazi televisivi come proprietà private, a suo quasi totale beneficio, senza un autentico contraddittorio.
Ma ammesso pure che sia vero, che cioè tutti i leader del passato, a capo del governo, si siano comportati allo stesso modo in campagna elettorale, questa destra non si presentava, forse, come il vero cambiamento, l’irruzione del nuovo, con una politica fuori dai giochi di Palazzo? Più democratica e con maggiore spazio per la sovranità del popolo?
Invece è stata peggiore. Non solo in campagna elettorale, ma anche nella limitazione delle libertà, negli attacchi alla stampa, strizzando l'occhio a no vax ed evasori, con bugie, retromarce, vuoti di memoria. Un comportamento simile a chi crede di essere in uno stato di guerra. E ripeto, tutto ciò senza riguardo per le persone fragili, per i malati, i migranti, e con una scarsa considerazione per i diritti delle donne e della comunità lgbtqia+. Anzi, minandoli.
È questo il modello che vogliamo per l'Europa? Questa è l'Europa che verrà? Forse è vero, le destre avanzeranno. Ed è possibile che, secondo i sondaggi, ci sarà uno spostamento dell'asse europeo verso destra; o ancora che il partito di Meloni si confermerà come primo in Italia. Ma ho una speranza. Anzi due! La prima è che ciò sia solo un fisiologico colpo di coda di forze reazionarie che faticano ad accettare i cambiamenti sociali, il pluralismo, la democrazia, in nome di una tradizione patriarcale, autoritaria, illiberale, che vorrebbero indiscutibile. Che quindi tutto svanisca, prima o poi, come è già accaduto in Polonia, dove Joroslaw Kaczynsky è stato spodestato e, seppure ci sia voluto un po' per costruire un fronte compatto delle opposizioni, la tenacia di Donald Tusk e della sua coalizione civica alla fine ha avuto la meglio.
La seconda è che la sinistra ritrovi la sua identità. Perché se le politiche di destra sono fallimentari in quanto di destra, la sinistra fallisce se smette di essere sinistra e occupa erroneamente uno spazio politico che non è suo. Insomma la sinistra funziona solo se non si comporta come la destra. Questa speranza nasce osservando la campagna elettorale della segretaria del Partito Democratico, grazie alla quale il partito è salito, secondo i sondaggi (prima del silenzio obbligatorio), rispetto alle Politiche del 2022, accorciando la distanza con FdI (e forse per questo la sua leader si è data tutta questa briga nella battaglia elettorale, da lei considerata un referendum su se stessa). Ma tutto si vedrà dopo l'8 e il 9 giugno.
Per cui, in ogni caso e prima di tutto, siamo noi la speranza, solo noi possiamo e dobbiamo creare un'alternativa a questa deriva, avere fiducia che ciò può accadere. Tutto quindi dipende da noi, dalla nostra scelta, a partire dal voto, a partire dalle nostre ics.
Ebbene, anche io desideravo esprimere il mio punto di vista e la mia esortazione per queste Europee 2024, prima del silenzio elettorale che anche noi della Bottega rispetteremo.
Buon voto!
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