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Etica Giornalistica e Libertà di Stampa: Dialogo Tra Passato e Presente

Nell’intricato labirinto delle notizie e delle opinioni che caratterizza la nostra epoca, la libertà di stampa si erge come bussola indispensabile. È un diritto fondamentale riconosciuto in ogni Stato democratico. Tuttavia, il panorama mediatico italiano affronta ripetutamente sfide significative riguardanti dossieraggio e libertà di stampa, tra cui un’evidente paralisi legislativa su questioni come la diffamazione e la privacy. I giornalisti operano inoltre all’interno di un contesto segnato da pressioni esterne e dalla crescente precarietà, che mina l'autonomia e il dinamismo stesso del giornalismo. Le campagne di intimidazione, talvolta dirette contro coloro che indagano sulla corruzione o sulle dinamiche correlate alla criminalità organizzata, rendono ancora più complesso il lavoro giornalistico nel nostro Paese.

 

Ma cosa significa davvero libertà di stampa in un’era in cui i confini tra fatti e opinioni sembrano essere sempre più sfumati e contorti? 

Per trovare risposte esplicative, possiamo attingere alla saggezza intramontabile dei grandi pensatori del passato, i quali hanno tessuto i fili concettuali che ancorano la nostra comprensione della libertà e della sua espressione nel mondo moderno. Attraverso il dialogo tra passato e presente è possibile, infatti, indirizzare una luce più chiara sul significato e sull'importanza di tale principio nella nostra società contemporanea.

 

Dunque, gettiamo lo sguardo verso alcuni contributi filosofici illustri che hanno esplorato i principi fondamentali della libertà e della convivenza sociale. Abbracciando il passato possiamo affrontare le sfide del presente e plasmare il futuro della libertà di stampa in modo più consapevole e responsabile.

John Stuart Mill - George Frederic Watts, via Wikimedia Commons

Un esempio illuminante è rappresentato dal filosofo ed economista britannico John Stuart Mill, il cui saggio “On Liberty” (1859), un classico del pensiero liberale, delinea una difesa eloquente della libertà di espressione e di pensiero come fondamento essenziale per il progresso sociale e l'autorealizzazione dell’individuo. Pertanto, la libertà di stampa non solo favorisce il confronto aperto delle idee, ma determina anche la scoperta della verità attraverso il dibattito pubblico. Contro ogni tipo di conformismo, vera o falsa che sia, secondo Mill, nessuna opinione può essere soffocata dalle autorità.

 

Similmente, il filosofo e politologo Isaiah Berlin, attraverso il suo concetto di “libertà negativa”, mette in evidenza l'importanza di proteggere gli individui dalle interferenze esterne, inclusa la censura governativa e ideologica, al fine di preservare la loro autonomia e dignità.


Altresì, le teorie del filosofo statunitense John Rawls sulla giustizia e sull'equità sociale possono essere applicate alla libertà di stampa, evidenziando alcune considerazioni importanti riguardo i due principi fondamentali della sua “teoria della giustizia”:


Con il Principio di uguaglianza, la libertà di stampa dovrebbe essere garantita a tutti in modo equo, senza discriminazioni. Ciò implica che ogni cittadino, indipendentemente dalla sua posizione sociale o politica, ha diritto all’accesso dei mezzi di comunicazione e alla possibilità di esprimere liberamente le proprie opinioni senza alcun timore di censura o repressione delle stesse.


John Rawls (1971) - English_ Published by the Belknap Press of Harvard University Press. Photograph taken by Alec Rawls, John's son. The portrait was uncredited on the original dust jacket, but Alec is identified as its photograph
Isaiah Berlin (1983) - Rob C. Croes (ANEFO), CC0, via Wikimedia Commons

Attraverso il Principio del differenziale equo, Rawls suggerisce che le disuguaglianze sociali possono essere giustificate solo se portano un vantaggio per i meno privilegiati. Pertanto, le limitazioni alla libertà di stampa trovano giustificazione solo se utili alla protezione dei più vulnerabili dalla diffusione di informazioni dannose o discriminatorie.

Jean Jacques Rousseau - Maurice Quentin de La Tour, via Wikimedia Commons

La riflessione filosofica ci riporta infine ad analizzare il pensiero di Jean-Jacques Rousseau. Il filosofo francese, nel suo trattato “Le contrat social” (1762), ci interpella sulla necessità di bilanciare la libertà individuale con il bene comune, sollevando riflessioni e domande cruciali sulle responsabilità e sulle limitazioni che accompagnano la libertà di stampa all’interno di una società civile.

 

Attraverso l'esplorazione di queste prospettive filosofiche, possiamo nutrire il nostro pensiero sul tema e accrescere l’approccio alla libertà di stampa, sfidando le nostre convinzioni e spingendo i confini della nostra comprensione. Ma la libertà di stampa non è un concetto isolato: è intrinsecamente legata all'etica giornalistica. Nel contesto attuale, dominato da un'informazione che spesso e volentieri sembra voler privilegiare l’effetto sensazionalistico rispetto alla verità dei fatti, emergono interrogativi sull'etica del giornalismo. Sebbene esista un codice deontologico che richiama giornalisti e professionisti del settore alla responsabilità, resta comunque la percezione che questa etica sia talvolta trascurata o del tutto abbandonata. L'utilizzo non etico di informazioni sensibili ottenute attraverso il dossieraggio, ad esempio, mina la fiducia nel giornalismo, minacciando perciò la libertà di stampa stessa.


Dal punto di vista teorico-filosofico, tale principio può essere ricondotto alle teorie etiche di filosofi come Immanuel Kant, il quale sottolineava l'importanza di trattare le persone come scopi in sé stessi e non semplicemente come mezzi per un fine. L'obbligo di rispettare la dignità umana delle persone coinvolte nelle notizie può essere interpretato attraverso questa prospettiva kantiana.

 

L'etica richiede ai giornalisti di essere obiettivi nel loro lavoro, presentando i fatti narrati in modo imparziale e accurato. Nel contesto della libertà di stampa, questo significa che i giornalisti dovrebbero evitare ogni tipo di manipolazione e distorsione a danno della realtà e della natura delle informazioni per promuovere un'agenda politica o personale. Il dossieraggio non etico compromette l'obiettività del giornalismo, portando a rappresentazioni distorte della verità. Inoltre, le informazioni ottenute attraverso dossieraggio dovrebbero essere trasparenti riguardo alla provenienza delle stesse e ai motivi per cui sono state utilizzate.

Il dossieraggio non controllato rappresenta una minaccia nell'ambito del giornalismo investigativo. Se da un lato la ricerca della verità e la denuncia di comportamenti illeciti vengono considerati pilastri fondamentali della professione giornalistica, dall’altro è essenziale riconoscere che la pratica del dossieraggio può mettere a rischio la riservatezza e l'integrità dei soggetti coinvolti.

 

In questo contesto si inscrive anche un altro aspetto non irrilevante. Infatti è importante sottolineare che anche mantenere l’anonimato delle fonti è prassi consolidata nel giornalismo, ed è fondamentale per garantire la libera diffusione delle informazioni. Le fonti anonime forniscono informazioni cruciali che altrimenti non verrebbero mai alla luce, consentendo ai giornalisti di condurre inchieste approfondite e di denunciare abusi di potere o dinamiche scorrette.

 

Bisogna dunque trovare un equilibrio tra la trasparenza e la protezione delle fonti. La trasparenza è essenziale per mantenere la fiducia del pubblico nel giornalismo, ma la protezione delle fonti è altrettanto fondamentale per garantire che le informazioni sensibili vengano divulgate senza mettere a rischio la sicurezza delle persone coinvolte nelle varie inchieste. I giornalisti sono chiamati ad adottare procedure rigorose per verificare le informazioni agendo sempre con responsabilità ed etica nell’utilizzo delle fonti anonime.

 

L'etica richiede ai giornalisti di assumersi la responsabilità delle loro azioni e delle loro pubblicazioni, compreso il riconoscimento degli errori e delle correzioni quando necessario. Questi principi morali, che includono l'obiettività, la trasparenza e il rispetto, devono necessariamente fungere da bussola morale per i giornalisti nel loro lavoro quotidiano.

Julian Assange, cofondatore e caporedattore dell'organizzazione divulgativa WikiLeaks - (Cancillería del Ecuador, CC BY-SA 2.0, via Wikimedia Commons; Sabato 20 maggio 2023), segue l'immagine di un attivista durante una protesta settimanale (organizzata a Piccadilly Circus ogni sabato dalle 16:00 alle 18:00) contro la continua detenzione di Julian Assange nella prigione di massima sicurezza britannica di Belmarsh e contro la sua estradizione (Alisdare Hickson, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons.); Sigfrido Ranucci conduttore di Report (GeorgeOrwell1984, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons); Roberto Saviano (International Journalism Festival from Perugia, Italia, CC BY-SA 2.0, via Wikimedia Commons).


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