top of page

Donne alla finestra, Parigi, Varsavia 1994; Milano 2023

Scadute


Mentre la bambina fa in modo di far arrivare al papà, insieme alla pesca, l’immagine della mamma alla finestra, che, come una madonna qualsiasi sembra stare lì ad attendere che il proprio salvatore rinsavisca, altre vite intorno staccano dallo sfondo indiscriminato del buio con le loro sagome.

Una donna bionda, per esempio, di origini francesi, che a Parigi, si accanisce contro il proprio marito polacco, davanti ad un giudice che condanna lui a subire la rabbia di lei, senza dargli la possibilità di spiegarsi, neanche nel suo pessimo francese. Pare che il matrimonio non sia stato consumato per conclamata incapacità di lui. Così lei gli toglie tutto, lui finisce a vivere nella metropolitana, accompagnato soltanto dai propri strumenti del mestiere. La cerca sempre invano, lei gli concede soltanto di ascoltare i suoi orgasmi al telefono una volta e bastano a conficcarglisi come spade nel cervello. Un’ossessione. Stringe intanto amicizia con un altro polacco che cerca un complice per un lavoro alquanto insolito: uccidere. Chi? Lo omette, perché altrimenti l’altro non lo seguirebbe. Invece riesce a condurlo a Varsavia in una valigia, che si perde, ma i due però riusciranno lo stesso ad incontrarsi. L’amico però si rifiuta di ucciderlo: basta un colpo a salve per capire quanto sia importante continuare, nonostante le delusioni. Il fatto è che l’altro, accompagnato da una suppellettile francese che gli ricorda la moglie, ha un solo ed unico obiettivo: vendicarsi della donna. Diventano soci di impresa, milioni a palate e per il primo una insaziabile voglia di attirare la ex al proprio funerale, fingendosi morto ammazzato, cosicché lei erediterebbe una fortuna, va riflettendo lui, e finalmente accorrerebbe alla sua chiamata. Lei effettivamente accorre e piange, piange veramente. Tutti in sala lo avvertono, lo avverte anche il marito che nascosto la osserva, finanche il complice che le sta accanto e lo sconosciuto sotto la lapide. La donna bionda, austera, arrabbiata, spietata, risoluta e finanche sadica non c’è più. C’è una moglie che sembra per la prima volta mettere da parte la bile e lasciare andare le lacrime. C’è una vedova che davanti all’irrisolvibile crolla. È troppo tardi. Ormai è in trappola. In albergo lui si manifesta, la possiede finalmente e finalmente la fa godere per poi scomparire e farla arrestare per l’omicidio del marito. Lei riesce soltanto a dire che lo ama, che è vivo, che vuole parlare con il suo avvocato e che è cittadina francese. È matta, pensano tutti e lo penseranno anche i giudici. La moglie adesso è alla finestra, intorno è buio, lui la guarda dal basso, lei continua a chiedergli di sposarlo. Fa pena la facilità con cui è scivolata in una promessa di eternità ritrovata.

Krzysztof Kieślowski painted by Dirk Kolassa, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons

Così Kiéslowski nel 1994, meglio di Esselunga nel 2023 e del suo entourage, interrogando lo spettatore a proposito della rabbia con cui una donna talvolta riesca a liberarsi del proprio oppressore e della capacità vendicativa della mascolinità offesa di lui, davanti alla quale nessuna pesca potrebbe mai essere abbastanza, nessun cedimento, nessuna attesa, ancorché inconsapevole.


Qual è il film? Di questi tempi è consigliato rivederlo, nonostante abbia ormai un’età. Lo spot invece è stato girato a Milano dall'agenzia creativa di New York Small, il regista è Rudi Rosenberg, francese; la produzione, Indiana Production ha sede anche nel capoluogo meneghino. Almeno quella.

Comments


Unisciti ai canali

  • Instagram
  • Facebook
  • Whatsapp
bottom of page