A fine ottobre in Liguria e nella seconda metà novembre in Emilia Romagna e Umbria si vota per le regionali. Fino a poco tempo fa la sinistra si trastullava con un fantomatico e non meglio definito campo largo a cui avrebbero dovuto aderire tutti per sconfiggere la destra. Orlando, candidato alle regionali in Liguria, si sentiva già la vittoria in mano con una possibile alleanza larga che riunisse persino Renzi, inaffidabile in realtà perché troppe volte la sua scelta aveva invece optato per la destra.
Questa unità sbandierata anche sui media, e poco chiara in realtà nelle segreterie dei partiti che avrebbero dovuto lavorare rapidamente a concretizzarla, è durata come illusione fino a quando Conte non ha dichiarato da Bruno Vespa: "Il campo largo non esiste più" aggiungendo come motivazione fondamentale: "Non sono disponibile ad affiancare il mio simbolo a quello di Renzi, che si è sempre distinto per distruggere.
Ha affossato quella che ritiene “una formula giornalistica” spiegando che occorre preparare invece un'alternativa di governo seria per vincere contro Meloni “che sta affamando gli italiani, famiglie e imprese. Per farlo non possiamo affidarci a un pastrocchio”, un’accozzaglia di tutti contro tutti, pur di essere contro l’attuale maggioranza. “Renzi rappresenta una vera incompatibilità per i nostri obiettivi politici – motiva ancora Conte – è una mina a orologeria”.
Renzi ha chiuso la questione con un “Che perda il peggiore”. Schlein, dopo la foto sul campo della Partita del cuore, che i media avevano interpretato come la foto del campo largo, tace.
Che cosa possiamo augurarci noi? Siamo ormai spettatori sempre meno appassionati da questa politica di un’opposizione che dovrebbe attrezzarsi con un programma alternativo molto chiaro e rispondente ai bisogni di chi soffre e non crede più in promesse politiche vaghe, di schieramenti più o meno larghi. Questo governo, che è molto diviso in realtà, dovrebbe essere più facilmente messo in minoranza a livello locale, dopo due anni di potere e vittimismo. Tra Forza Italia, che si dice europeista e mantiene il vecchio atteggiamento berlusconiano, la Lega di Salvini, sotto tiro anche per la vicenda Open Arms per cui rischia sei anni di galera e i Fratelli di Meloni il cui potere si concentra sempre di più a livello famigliare, basterebbe solo un po' di chiarezza su che alternativa si prepara, anche a livello regionale, per catturare l’interesse degli elettori.
Per questo spero che il silenzio di Schlein voglia significare che si sta discutendo seriamente tra i partiti dell’opposizione e all’interno di ciascuno di essi, anche a livello territoriale, per definire con chiarezza quale alternativa di governo regionale e nazionale si sta costruendo per vincere questo esecutivo, che utilizza continuamente la carta del vittimismo da una parte e dall’altra del pugno di ferro come nel decreto sicurezza. Ovviamente senza saper risolvere nessun problema da due anni.
Poiché la partecipazione di chi sta fuori dai gruppi politici non è più cercata, vorrei fare un accorato appello a militanti di ogni età, donne e uomini, per invertire questa tendenza. Basta parlare di campo largo o affossarlo. Quello che bisogna tornare a fare è coinvolgere le persone in progetti alternativi e concreti, a partire dai territori dove si voterà. Partecipazione aperta invece di campi più o meno larghi, coinvolgimento nella definizione di obiettivi per riavvicinare alla politica, quella che ora purtroppo è una opposizione divisa, quante più persone possibili. Per liberarci da questo governo dalle radici fasciste e populiste.
In una situazione di guerra diffusa e di situazione internazionale preoccupante continuare a mettere i puntini sulle i invece di unirsi in una visione di futuro democratico e di pace non credo proprio che sia utile.