Con una manovra di bilancio che – come ha scritto Emanuele Felice sul Domani – «rivela parecchia improvvisazione, spacciata per decisionismo», senza una visione del futuro e una della realtà, e che rende manifeste la mediocrità e la limitatezza delle ideologie di questa destra; il governo Meloni altro non ha saputo fare che mettere in atto ciò che gli è più congeniale: una manovra di distrazione.
Perché questo è la frettolosa (e quasi distratta) approvazione al Senato della legge che rende la gestazione per altri un crimine universale: «un’espressione così apocalittica e terrificante… indirizzata con veemenza biblica contro chi si rivolge alle tecniche di fecondazione e procreazione assistita per mettere al mondo bambini» scrive invece Nichi Vendola nell’editoriale dell’Unità. «Crimine universale non è sopprimere bambini, bruciarli vivi sotto le bombe, abusarli, torturarli, venderli come pezzi di ricambio, usarli come soldati, sfruttarli come schiavi: no, no. Il crimine è farli nascere, non farli morire.»
Cosa aspettarci dopotutto da un’Italia che nell’ultimo quadriennio ha speso 32 miliardi di euro in armi (fonte Milex)? «Due miliardi in più rispetto ai 30 della Manovra che il governo sta mettendo a punto faticando non poco a trovare le coperture.» Una manovra che tradisce la sanità, investendo per essa il minimo sindacale, mentre 4,5 milioni di italiani rinunciano a curarsi (fonte Gimbe) per le carenze del servizio pubblico e l’impossibilità economica di rivolgersi al privato. Che tradisce l’istruzione, togliendole fondi, ma aggiungendo pene e punizioni. Che letteralmente getta soldi in mare per deportare i migranti nei lager albanesi, dove con l’umanità, il diritto e la solidarietà muoiono la democrazia e il «sogno europeo». Dove un vicepremier rischia il carcere proprio per aver sequestrato persone vulnerabili, e che, anziché occuparsi di infrastrutture e trasporti, messi male, raduna neonazisti e illiberali i quali, tra le altre cose, tuonano proprio contro quei giudici italiani che stanno facendo rispettare la legge e il diritto; in una piazza dove i giovani della lega gridano i loro vaffa a un alleato solo perché ha proposto una legge che vuole garantire la cittadinanza italiana ai figli dei migranti. Cosa aspettarci se persino una premier accusa i suoi di “infamia” per aver sventato un blitz alla Consulta dove si voleva eleggere un giudice amico, fautore del premierato, alla presidenza della Corte costituzionale, nella speranza di rendere nulle le firme per i referendum, fregandosene dei cittadini che con quelle firme hanno mostrato di avere idee più mature del governo.
E vogliono farci pure la morale! La “compravendita” di bambini è sbagliata, sentenziano i difensori moralistici del nuovo reato, cucito apposta per colpire le famiglie arcobaleno. Mentre ritengono giusto pagare mille euro le donne etero cisgender affinché riproducano nuove e nuovi figli per l’italica patria e per difenderla da una presunta sostituzione etnica; o pagarle tramite le associazioni pro-vita, se evitano di associarsi a “medici sicari” per compiere efferati “omicidi”. Altro che dossieraggio, nostro pane quotidiano sono inefficienza e propaganda, moralismi e mistificazioni, strumentalizzazione della parola diritto e negazione dello stesso.
La gestazione per altri (da qui in poi GPA) dal punto di vista formale non è altro che una gravidanza indesiderata - dato che per sé stesse non la si sarebbe intrapresa - portata a termine invece che interrotta. Lo stesso principio che difende il diritto di interrompere una gravidanza dovrebbe, a rigor di logica, essere applicato al diritto di darle inizio e portarla a compimento a prescindere dal fatto che ci sia di mezzo un accordo economico, perché se le ragioni economiche sono legittime per decidere di abortire, non possono essere illegittime per decidere di partorire.