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Ci scusiamo, ma questa funzione non è al momento disponibile

Print (“Prologo”)

 

Apri Facebook, fai un noioso ed automatico scroll dei post, quasi come se fosse una reiterata azione biologica che, sovente, si consuma su una ceramica marcata Richard Ginori…un gattino, poi un meccanico che ti dice quanto fanno schifo i motori puretech, un trafiletto di puntata di masterchef…poi Giorgia Meloni…Uh maronna ma che fa? Sta chiedendo scusa a tutti gli Italiani?! Ma è impazzita?! SI, Si! Sta chiedendo scusa a tutti gli Italiani…perché finalmente dichiara di aver sbagliato a non approvare, appena uscita, la NUOVISSIMA PIATTAFORMA CHE TI FA GUADAGANRE OLTRE 7 MILA EURO A SETTIMANA!!! SOLDI VERI!!!  Una app così affidabile che è stata addirittura approvata dal Governo.

 

is_nude = any(result['label'] == 'nude' and result['score'] > 0.5 for result in results)

if cantante_trap_con_le_zizze_giganti: image.save (os.path.join(folder_output, file_name))

print(f"Foto accettata: {file_name}")

 

Oggi mi va di condividere la bellezza dell’arte barocca…toh…ora posto una bella foto dell’immortale Susanna e i Vecchioni, così tutti i miei contatti potranno godere di cotanta magnificenza.

 

Ma, come l’agenzia delle entrate bussa alla porta il giorno prima del tuo compleanno, arriva l’algoritmo di facebook…account bloccato…l’immagine raffigura scene di nudo.


“Ma come è possibile Giggì? Quella è n’opera d’arte!”


“hei brò, non mi dare sbatti che sto guardando la pagina di Tony Effe… ha pubblicato il suo ultimo videoclip troppo figo…c’è una tipa che cavalca un palo della luce…senza niente addosso!

Book Catalog, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons
Book Catalog, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

“Io non ci sto” (Oscar Luigi Scalfaro, 3 novembre 1993)

 

E no…non possono sempre passarla liscia…io capisco l’algoritmo e tutto…però no. Adesso segnalo questi post fraudolenti al social. Io pubblico un’opera d’arte e vengo bannato e quelli che pubblicizzano una piattaforma farlocca con tanto di furto di identità fatto con IA, possono operare tranquillamente?! Mò basta. Ecco fatto…segnala…”CI SCUSIAMO MA QUESTA FUNZIONE NON E’ AL MOMENTO DISPONIBILE”


“Libertà, libertà, pur ‘o pappavall l’adda pruà” (così parlò bella vista).

 

Che il mondo dei social non fosse così propriamente “libero” come si credeva, se ne aveva sentore già da molto tempo. I famosi “algoritmi”, spesso e volentieri, riuscivano a confondere una puntata di Casa Vianello con un video di Dimmu Borgir. Tuttavia, ad oggi, dove gli algoritmi (in senso generale) di intelligenza artificiale sono così raffinati da riuscire a pilotare in automatico lo stage 1 di un razzo che pesa quanto il Pil della Cina, sulla sua stessa piattaforma di atterraggio, risulta difficile immaginare di non poter operare un tuning fine e veritiero.

 

Il sistema di informazione, i media, sono chiaramente polarizzati, la libertà di azione e condivisione di informazioni, di qualsiasi natura, è limitata all’approvazione di succitato “algoritmo” che filtra peggio di un sistema FAP.

 

Ha davvero senso chiedere e chiedersi se il fratello Elone e il cugino Marco, insieme a tutti gli altri parenti, propendano verso un colore politico?

 

O, forse, è più opportuno interrogarsi sulla reale libertà che oggi è concessa ad ognuno di noi?

 

Probabilmente si è arrivati ad un punto, come la classica “rana bollita”, in cui tutto questo ci sembra “normale”, tanto normale da essere quasi “giusto”.

 

E si ha un senso di impotenza.

 

Se da un lato i social, infatti, hanno per lo più un aspetto ludico, per molti, sono diventati uno strumento quasi “essenziale”. Non esiste azienda o attività che non abbia un profilo. Prolificano in modo esponenziale i consulenti che operano per la “visibilità social”.

 

Un brano è “bello” in funzione del numero di “like” o visualizzazioni. E poco importa quanto siano veri tali profili.

Hamazasp, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
Hamazasp, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Ed eccomi qui, signor Giudice

 

Un problema strutturale, tuttavia, esiste ed è evidente: la giustizia.

 

Sia che la si voglia intendere come “legge”, sia come “morale”, ma anche come elemento “divino”, è assai chiaro che esistono, ormai, 2 cluster di esseri umani. Quelli che “pagano” e quelli che sono “un po' più normali degli altri” (come disse qualcuno che conoscevo che teneva qualche piccolissimo problema…ma niente di che…solo qualche capo di imputazione per associazione a delinquere stampo mafioso).

 

Pochi giorni fa, l’amico Marco ha voluto porgere le sue scuse e fare qualche passo indietro, ammettendo che, effettivamente, le famose censure ed i fact checking, erano in realtà un piccolissimo abuso…anche perché, di reale checking sui fact, facevano realmente poco, spesso facendo passare informazioni del tutto false e fuorvianti e blindando a doppia mandata quelle “vere”.

 

È bene ricordare che questa censura ha prodotto un senso di oppressione e una percezione di sopruso che, in alcuni casi, ha portato alcuni soggetti sulla strada del non ritorno.

Book Catalog, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons
Book Catalog, CC BY 2.0, via Wikimedia Commons

Marco non ha mai pagato per questo. E mai pagherà. E seppure dovesse pagare, lo farebbe con i soldini guadagnati grazie a noi utenti. Senza incorrere in problematiche di sorta o macchiarsi di un qualsivoglia reato. Provate voi, invece, a dire “tu ti devi stare zitto”, che so…ad un giudice della corte suprema di cassazione.

 

Perché, attenzione, è più o meno quanto è successo in diverse occasioni (pandemie, guerre, conflitti di sorta, bollette della SNAI): anche gli utenti più “titolati” o addirittura con poteri istituzionali, con un pensiero divergente, venivano (e vengono) ammutiti.

 

Cosa c’è, quindi, di realmente democratico e libertario in un sistema che nasce ed evolve allo scopo di controllare chi ne fruisce? Che, come accennato prima, non accetta, ripudia, condanna e sanziona il pensiero divergente?

 

Chi ha generato tale sistema, chi lo ha pensato e immaginato, può davvero orientarsi verso un modus operandi diametralmente opposto alla sua stessa creazione?

 

NOTA:  questo post è accompagnato dalla foto di Rose Villain altrimenti sarebbe stato censurato.

               Ah. Click boom è una canzone di merda

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