Le urne in Umbria ed Emilia si chiudono ed emergono chiaramente vincitori e vinti. E il centro sinistra vince. Quasi sorprendentemente tiene rispetto alle ultime regionali. Per la verità , in Emilia, rispetto al 2020, perde -100mila e ne guadagna 3mila in Umbria rispetto alle regionali 2019; ma ne guadagna considerevolmente rispetto alle europee 2024.Â
Mentre le percentuali di voto raccolte dai partiti populisti e di destra (M5S e Lega) vengono picconate dal martello pneumatico dell’astensione, che sgretola le loro basi elettorali. L’emorragia della Lega è di -612mila voti in Emilia, -130mila in Umbria; i 5S quasi scompaiono perdendo 65mila voti complessivi tra le due regioni.
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Guadagna voti, rispetto alle regionali 2020, la destra estrema della premier Meloni ma non abbastanza da compensare il calo drastico dei suoi alleati di coalizione, e soprattutto non riesce a bissare il successo delle recenti europee.
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L’entusiasmo della segretaria Schlein è evidente. A differenza della Liguria in cui il centro sinistra ha perso per un soffio, in quest’ultima tornata elettorale la coalizione presentatasi unita ha saputo convincere e vincere. Tuttavia emergono elementi da tenere sott’occhio: il risultato del voto è stato molto polarizzante: PD (ed in misura minore FDL) sono gli unici partiti a due cifre, gli altri partiti delle rispettive coalizioni fanno solo cespuglio. E questo è da una parte un vantaggio per la stabilità dei governi regionali futuri, dall’altra un problema visto che Lega e M5S appaiono prossimi alla redde rationem causata dall’implosione plastica del proprio elettorato. E questo sicuramente provocherà scossoni in maggioranza come in opposizione.Â
Altro elemento scottante è proprio l’astensionismo: i tassi di affluenza di entrambe le regioni sono mortificanti, considerando la storica alta partecipazione al voto dell’Italia centrale. A spiegare il calo in Emilia potrebbe essere la fine anticipata della legislatura: non tutti gli elettori devono aver visto di buon occhio che il Governatore uscente, Bonaccini, abbia messo fine al governo regionale per le proprie ambizioni al livello europeo (il politico siede infatti ora al Parlamento europeo).
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In Umbria l’astensionismo sembra più legato alla disfatta della governatrice uscente, targata Lega. La luna di miele con il partito di Pontida sembra essersi esaurita. Già si parla di un Salvini demansionato e di una scesa in campo di Zaia, speculazioni che potrebbero trovare conferma dopo il congresso lombardo del partito in programma a dicembre.
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Staremo a vedere.
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*I grafici dei risultati sono presi da ilpost.it