Vittimismo, mania di vedere complotti ovunque, sentimento di inferiorità, potere come proprietà: sono gli aspetti di questo governo di destra che mi ricordano un noto personaggio letterario: Lord Voldemort, antagonista di Harry Potter, saga dei maghi uscita dalla penna di JK Rowling, prima che passasse dalla parte del Signore Oscuro. La stessa incapacità di Giorgia Meloni di fare scelte di qualità in merito (e non solo) a ministri e sodali vari, la rende simile a Tu-sai-chi e al rapporto che aveva con i suoi «viscidi amici», verso la cui devozione, carpita col terrore, nutriva non pochi sospetti, pur restando loro irrimediabilmente legato. Così Meloni, che ha preferito circondarsi di incompetenti, solo perché devoti e con un passato condiviso di attivismo politico. Ciò è stato chiaro a tutti noi prima del Boccia Gate, che ha portato alle doverose, quanto tardive, dimissioni dell’oramai ex ministro Sangiuliano. Forse, non lo è solo per chi si ostina a darle fiducia.
Le similitudini con Voldemort però non terminano qui. Il personaggio ci mostra anche le ragioni delle sue losche relazioni con i Mangiamorte, che vanno dagli Horcrux, oggetti in cui ha nascosto frammenti della sua anima necessari per raggiungere l'immortalità e l’incantesimo che gli darà vita nel Cimitero di Little Hangleton.
Ho già spiegato altrove, in che senso i significati degli ingredienti di questa formula magica sono gli stessi caratteri delle politiche che il filosofo Jason Stanley definisce fasciste e che noi possiamo chiamare fascistoidi o democrature. In questa sede, verifico quanto quei significati valgano anche per le politiche del governo Meloni e il risultato è conturbante: mutato nomina de te fabula narratur.
L’osso del padre è il primo. Si tratta del padre empirico di Tom Riddle, babbano, cioè senza poteri magici; ma è un richiamo anche al Padre simbolico: Salazar Serpeverde che auspicava un regno di maghi purosangue, senza babbani. E ha a che fare con il bisogno atavico delle destre di richiamarsi alla Tradizione, a un passato mitico fatto di valori quali Dio Patria e Famiglia, scongiurando qualsiasi «sostituzione» etnica religiosa culturale: «una cultura civile, metapolitica», direbbe Marcello Veneziani. Per Meloni e Fratelli d’Italia ciò si mostra nel legame col fascismo storico e il postfascismo missino, mai reciso, dove i Padri, tra cui il fondatore del Movimento sociale italiano (MSI), Giorgio Almirante, vivono ancora. E si traduce in politiche paternalistiche dove i cittadini sono trattati minorenni incapaci di usare la ragione e vivere la vita sulla base di altri valori. L’attuale destra li disprezza e vorrebbe imporre i propri come un padre. Anzi, nel nostro caso, una “madre”: un “maternalismo” etico-politico.
La carne del servo rappresenta il servilismo, «l’altro elemento indispensabile a rinvigorire il Signore Oscuro e la narrazione purosangue» e che caratteristica le politiche di questo governo. Si tratta dei devoti amici di gioventù, di cui ho parlato all’inizio. Di amichettismo e familismo. Dei soli giornali d’aria e del servizio pubblico televisivo nazionale, cassa di risonanza del governo. Telemeloni, per intenderci. Meloni ne ha bisogno per “restare in vita”, affidando loro, come Voldermot con i suoi, gli Horcrux o necessitando del sacrificio di parassiti quali Codaliscia. Ma servo è anche chi, come Lucius Malfoy, ha portato una maschera democratica per anni. Parlo di quella sinistra che, dimentica si sé e dei suoi valori, si è comportata come la destra; e di quei giornalisti che pur di negare l’evidenza accusano di mentire chi prova a denunciare il pericolo illiberale. Così fecero il Ministero della Magia e la «Gazzetta del Profeta» quando diedero del bugiardo a Harry che cercò avvertì del ritorno del mago Oscuro, turbando i loro sogni beati.
Il sangue del nemico è la creazione del «Noi contro loro», indispensabile alle politiche fascistoidi. È nemico chi non si allinea alle categorie precedenti: la stampa, la magistratura, i cittadini che non si considerano figli dei Padri simbolo, non si assimilano al sistema valoriale imposto, resistono alla narrazione paternalistica, non ne diventano servi. Sono Undesirable da combattere, nemici di quel Dio-Patria- Famiglia, di cui la destra se ne sente proprietaria. La strategia di Meloni tuttavia è fare del «Noi contro loro» un «Loro contro Noi». Sembra una sottigliezza, ma è il vero ruolo del nemico, utile ad alimentare il loro vittimismo e la maniacale ricerca di complotti: loro ci sono contro, tramano per limitare la politica del governo, mettere in pericolo la Nazione. Come Voldemort che grida: «Quante bugie hanno alimentato la tua leggenda, Harry!»
Tre strategie che funzionano. La destra lo sa: al popolo piace avere padri tutori che li protegga e li imbocchi, delegare le responsabilità, essere servile; vuole il circo, il gossip, il nemico-capro espiatorio. Non si cura del fatto che in realtà il sangue del nemico ora circola nelle vene di Voldemort: punto debole che insidia il sistema. Nella destra italiana del Dio Patria Famiglia circolano le conquiste liberali e democratiche di una cultura non di destra. La vita dei loro membri lo testimonia: dov’è il loro Dio? Solo rosari e presepi? Dove la loro idea di patria? E la famiglia tradizionale? Impongono, ma non praticano. Per loro il nemico è l’Horcrux non voluto, ma, come in Harry Potter, la sconfitta delle destre non è scontata, è possibile solo facendo leva sulle conquiste democratiche, essere comunità, con un progetto unitario, dando vita alla buona politica (cfr. Elly Schlein). Ci vorrà lavoro, ma l’alternativa va costruita.
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